mercoledì 30 maggio 2012



Voglio essere una mozzarella!





Siamo ciò che mangiamo” diceva qualcuno e spesso lo sentiamo ripetere a proposito di diete e benessere.
Beh…detto tra noi, non vorrei mai essere (nemmeno lontanamente identificata) con una delle pietanze che i nostri bambini mangiano (anzi spostano da una parte all’altra del piatto fino ad arrivare nel pattume) ogni giorno nelle nostre Scuole.
Ovviamente tutto questo è il risultato del lavoro di dietisti “creativi” (solo di creatività si può parlare se pensiamo ad alcuni cibi che abbinati tra loro raggiungono livelli altissimi di disgusto collettivo): ogni pasto deve essere bilanciato tra proteine, grassi, carboidrati, vitamine, ecc.
Ma questa è solo la parte “teorica” e molto “politically correct”: di fatto e nelle realtà vera e concreta di tutti i giorni, vengono buttati nel pattume quantità esagerate di cibo, con il risultato che i bambini non introducono quella magica alchimia pensata dai dietisti “creativi” (mangiano pochissimo) e appena usciti da scuola ingurgitano di tutto con voracità e con poco senso del gusto. Se chiedessimo ai nostri piccoli uomini cosa amano di più  magari tenendo conto dei preziosi studi dei dietisti FORSE arriveremmo a conciliare gusto e salute? Quanto pattume si risparmierebbe e quanto cambierebbero dinamiche malate e ripetitive sul cibo! Insegnanti e genitori sono testimoni impotenti di questo scenario quotidiano . Questa settimana, per esempio, il menù della scuola prevede pasta olio e parmigiano, pasta al sugo di merluzzo, uova sode e cavolfiori gelidi: tutte pietanze che la maggior parte degli adulti rifiuterebbe anche se cucinate da Gualtiero Marchese, figuriamoci se cucinate in mensa, spesso parecchie ore prima di poterle DE-GUSTARE… 
Qualche giorno fa ho deciso di intervistare un po’ di bambini anche sull’argomento cibo e in effetti non è vero che amano solo le “schifezze”: molti hanno parlato di zuppe, frutta, verdure oltre a gelati, pasta, patate. 
E poi arrivano loro, i favolosi genitori : a proposito di “TUTTO INIZIA DA PICCOLI!” anche l’amore per il cibo sano, ma soprattutto per la varietà degli alimenti è qualcosa che inizia da piccoli: ci sono bambini che rifiutano la maggior parte delle verdure , mentre altri ne mangiano in quantità perché abituati sin da piccoli a vederle nel piatto in casa. Nessuno pretende che i nostri pargoletti mangino tutto, non sarebbe normale, anche loro meritano ed esigono gusti e preferenze. Però conosco bambini che mangiano solo pasta in bianco, riso in bianco, pollo al limone o in forma di suoletta secca fatta in padella. E poi ci meravigliamo se inorridiscono alla vista del verde!chissà come mai. Un vero mistero.   
Anche l’amore per il verde inizia da piccoli!  
Insomma se veramente siamo ciò che mangiamo, non vorrei mai essere una pasta in bianco con l’olio (anche perché a casa mia quello è  il pasto della convalescenza ospedaliera) o con il sugo di merluzzo! 
Piuttosto vorrei essere un bel piatto di pasta colorato e nutriente, una bella zuppa di verdure colorate, una polpetta di legumi, una bella torta al cioccolato, uno yogurt cremoso e dolce, un biscotto fatto in casa, una mozzarella…sì, ho deciso, voglio essere una bella mozzarella soffice e piena di latte, bio se possibile (che nulla a che vedere con quelle saponette senza sapore che arrivano nelle mense delle scuole!).

E voi che cibo siete? I vostri bimbi che cibo vorrebbero essere?

 

mercoledì 23 maggio 2012

TUTTO INIZIA DA PICCOLI


TUTTO INIZIA DA PICCOLI


Non vorrei che si fraintendesse quanto ho scritto in “ASCOLTIAMOLI!” con l’idea assurda e folle di lasciare fare ai bambini ciò che vogliono! Magari perché sono piccoli per capire.
NO, NO, NO. Siamo noi troppo “piccoli” e incapaci di spiegare a loro molte cose. Spesso ci dimostrano che sono molto più grandi di noi. La libertà di cui parlavo è qualcosa di più profondo e sottile, un atteggiamento che i bambini colgono anche nelle più piccole cose, se mamma e papà sono pronti a fare questo passo. LIBERTA’ ma anche SINCERITA’. A volte sincerità vuol dire anche durezza, perché no? Chi ha mai detto che bambino vuol dire dolcezza-sdolcinata, cuoricini e fragoline?anzi i bambini sono esattamente l’opposto: impegno, intensità, gioia, rabbia, incapacità, risate, lacrime, stupore….colori, tanti colori.

Sono piccoli per capire le sciocchezze che spesso noi adulti cerchiamo di propinargli? Loro sono già oltre, sono ancora oltre, loro SONO. Non hanno bisogno di fare giri strani, inventare storie stupide: qualche tempo fa un bimbo intervistato in tv dichiarava ad un amichetto che non avrebbe fatto basket perché la sua mamma gli aveva detto che faceva venire un brutto fisico!L’amico un po’ attonito e perplesso ribatte “Ma guarda me, io faccio basket, non è vero!”. Diciamolo una volta per tutte: queste idiozie prima o poi saltano fuori, magari davanti ad altre persone; puntualmente c’è qualche genitore che preferirebbe sprofondare. Non sarebbe stato molto più semplice evitare di dire queste inutili bugie? Non sarebbe più facile spiegare che magari in quel momento non c’è la possibilità di frequentare il corso di basket perché non c’è tempo, non ci sono soldi, si è troppo piccoli, ecc.
Purtroppo l’argomento “CORSI POMERIDIANI” mi tocca molto da vicino; mi tocca ancor di più la maleducazione che la maggior parte dei genitori adotta nel rapportarsi a noi che ci occupiamo dei loro figli, magari solo un’ora a settimana. Come se fosse poco: quell’ora spesso vale più di tutta la giornata all’asilo o a scuola. Perchè in quell’ora solitamente si fanno cose speciali, si muovono emozioni, idee e pensieri decisamente differenti da quelli che accompagnano la giornata scolastica!

La questione corsi è solo paradigmatica di come spesso si trasmettono involontariamente modalità “brutte” di comportamento: se decidiamo di non portarlo più a nuoto, calcio, pittura, ecc riusciamo a spiegarglielo in maniera chiara e ONESTA?Ma onesta con noi stessi prima di tutto?

Oppure quando il pargolo per puro capriccio decide che un mese ha voglia di fare danza, un mese pallavolo e poi a seconda di ciò che faranno gli amici continuare a cambiare….che bello vedere alcuni -pochi- genitori che cercano di capire se c’è sotto un problema o se si tratta di capriccio e quindi spronare il piccolo a finire un percorso, magari con educazione, cioè salutando amichetti e maestra?magari quella stessa maestra che per quel pargoletto ha fatto e dato molto?magari quegli stessi amichetti con cui ha condiviso mesi di creatività ed esperienze fondamentali (cosa non è fondamentale a 3 anni?TUTTO!).
Ci sono bambini con cui si creano legami speciali durante i miei corsi e poi all’improvviso spariscono, inghiottiti dalla routine quotidiana dei genitori, dalla vergogna, dalla fretta: un vero dispiacere per me , ma sono certa anche per loro.

In ogni caso questo atteggiamento –distratto, superficiale ed egoistico- lo vediamo anche per strada, nei negozi: spesso i bambini vengono lasciati allo sbaraglio, sotto lo sguardo perplesso di negoziante e cliente. Ho assistito ad una scena incredibile in una ludoteca: mamma con pargoli, il grande (3 anni) giocava con gli amichetti, il piccolo di 1 anno e mezzo cercava di distruggere la struttura sotto lo sguardo distratto di una mamma svampita che, quando richiamata a controllare il figlio, continuava  a chiacchierare mentre distrattamente gli toglieva di mano qualsiasi cosa riponendola sulla scrivania della povera segretaria, attonita: piuttosto che soffermarsi dal chiacchierare, intrattenere il piccolo con giochi adatti a lui, per lei era molto più semplice sottrargli qualsiasi cosa, con il risultato che alla fine dell’ora la scrivania della segretaria era sommersa da oggetti. Un quadretto di quell’ormai famigerato modus vivendi per cui “il mondo mi gira intorno, io sto bella ferma ed immobile”.
Sarà capitato a tutti di trovarsi in una situazione di forte disagio perché i genitori non capiscono che il mondo  è necessariamente costretto a sopportare grida, pianti, capricci (di cui i bambini non sono colpevoli in alcun modo).
La capacità di stare in un contesto sociale -nella vita- forse è il regalo più bello che un genitore possa fare al proprio figlio:insegnargli a stare, a comportarsi, guardare, cogliere, approfittare (delle piccole bellezze nascoste anche nella fila dal panettiere).


Che piacere vedere genitori che insegnano tutto questo, perché ce l’hanno dentro.
Quanti bimbi supportati da altrettanti genitori invece vivono, prendono e abbandonano qualsiasi cosa , con velocità e senza digerire ..cosi inizia quel MORDI E FUGGI che, chissà come mai, da adulti praticheranno con tanta naturalezza. Tutto inizia da piccoli.

In alcuni casi  c’è solo la nostra incapacità di affrontarli donando loro sincerità, regole, a volte con durezza a volte con dolcezza. A volte ci chiedono estrema durezza e sono certa che quelle parole e quei gesti duri quando necessari siano realmente il mattoncino su cui iniziano a gattonare per poi camminare.


Tutto inizia da piccoli:
guardare, percepire, ascoltare, prendere, dare, regalare, reclamare, sfogarsi, chiedere, aspettare, incuriosirsi, toccare, odorare, manipolare, fuggire, piangere, prendersi cura di sé, non prendersi cura di sé, aiutare, non aiutare, aprire lo sguardo, tenere gli occhi chiusi, desiderare, giocare, stringere, rallentare.




 (Immagine di Rossana Papagni www.rossanapapagni.it)

giovedì 17 maggio 2012

Uno dei libri più intensi , veri, sinceri.
Un manuale-non manuale per tutti i genitori e per tutti in generale

 PER TUTTI I GENITORI E NON SOLO.......
BUON APPETITO!


Marco Bianchi, lo chef che salva i bambini obesi

Cibi sani presentati in maniera accattivante. E la sua trasmissione su FoxLife insegna alle famiglie trucchi e segreti


(Olympia)(Olympia)
MILANO — Si direbbe che ritenere una pessima idea far fare ogni giorno colazione a una bambina di nove anni con un panozzo traboccante di salame sia un pensiero universalmente riconosciuto e condiviso. Eppure, non è affatto così. E non si parla dell’America oversize, ma dell’Italia della dieta mediterranea. Anche da noi sono diffuse le abitudini alimentari scorrette e potenzialmente molto dannose che scandiscono le giornate di tante famiglie. Lo sa bene Marco Bianchi, ricercatore e divulgatore scientifico diventato noto ai più per essere il volto di «Tesoro salviamo i ragazzi!», il programma di FoxLife in onda sul canale 114 di Sky ogni venerdì alle 22. COMPORTAMENTI SBAGLIATI - In ogni puntata del docu-reality, l’esperto cerca di correggere i comportamenti alimentari errati di una famiglia in cui c’è almeno un bambino in grave sovrappeso. Un’importante rivoluzione le cui basi vengono poste da Bianchi in pochi giorni e che si fonda da una parte sul movimento — fondamentale per tutti ma indispensabile per i più piccoli — e dall’altra su una corretta alimentazione. Il caso vuole infatti che lo scienziato sia anche uno strepitoso chef, che trasferisce nella sua cucina tutti gli anni di studio dedicati alla ricerca. Sulla tavola di Bianchi ci sono dunque solo cibi sani, che fanno bene e che non portano con loro un carico di calorie troppo difficile da smaltire.
Una ricetta sana e gustosa: la torta ciocco-pere
NUTRIENTI E ANCHE BELLI - Ma la sua è anche una cucina decisamente gustosa, capace di camuffare alimenti spesso ostili ai più piccoli (come il pesce o le verdure) dentro vesti in grado di renderli appetitosi anche a chi ufficialmente mangia solo hamburger e patatine. E anche se tutte le merendine sono vietate, non è detto che l’alternativa non sia addirittura più golosa. Bianchi lo dimostra nel video che ha realizzato per Corriere.it, in cui dà la ricetta di una torta pere e cioccolato assolutamente strepitosa pur essendo priva di burro o condimenti grassi. Una bomba di gusto ma senza troppe calorie che farebbe la gioia di ogni bambino.
Chiara Maffioletti



Tesoro, salviamo i ragazzi. Intervista a Marco Bianchi

(La foto è di Stefania Sainaghi. Il servizio, con le ricette di Marco Bianchi, è stato pubblicato su Grazia in edicola questa settimana)
Ci fa entrare nella sua casa alle porte di Milano e a vederlo aggirarsi in cucina – jeans, felpa e All Star – sembra molto più giovane dei suoi 33 anni e di come appare in tv.  Marco Bianchi è lo chef-ricercatore di Tesoro, salviamo i ragazzi, in onda su FoxLife (sky114), un reality dai nobili intenti: educare i genitori a un’alimentazione sana, per scongiurare l’obesità infantile. Ma non è nato con la tv: ha solide basi scientifiche, lavora da anni nella ricerca oncologica a fianco di Umberto Veronesi (all’IFOM, istituto Firc di Oncologia Molecolare), e sull’argomento ha scritto diversi libri tra cui Le ricette dei magnifici 20 (Ponte alle Grazie, 14 euro) e Il talismano del mangiar sano (Skira, 18,50 euro).
Prima di tutto, la sorpresa: è un uomo, ma multitasking. Mentre mi risponde, taglia le carote e le dispone tipo Shanghai per le fotografie. Ha un approccio giocoso e leggero: si capisce perché i bambini lo adorano.
«Infatti il  problema più grande delle prime puntate è stato essere serio, a volte duro con i genitori; altrimenti non sarei riuscito a ottenere buoni risultati», mi dice. Che ci sono stati: genitori e figli sono dimagriti, in un paio di mesi, anche di 10 chili, ma soprattutto hanno imparato  a mangiare sano, partendo dalla spesa. E sulla sua pagina Facebook arrivano tantissimi commenti e ringraziamenti.
Quindi, mangiamo davvero così male, in Italia?

«Sì. Esageriamo con i cibi pronti, non mettiamo in tavola abbastanza frutta e verdura, ci dimentichiamo del pesce. Abbiamo l’11% di bambini obesi e il 22,9% in sovrappeso. E pensare che il 30% dei tumori potrebbe essere evitato se si seguisse con costanza una corretta alimentazione.»
Quando è arrivata, nella sua vita da ricercatore, la virata verso la cucina?
«Mi è sempre piaciuto cucinare; in compagnia, sono quello che spignatta per gli amici. E occupandomi di cibi a livello scientifico ho trovato naturale mettere insieme questi due interessi. Anche perché le persone, per imparare a mangiare bene, hanno bisogno di pratica più che di teoria; di ricette, di consigli, di una guida.»
Dia qualche consiglio anche a noi. Cosa non deve mancare mai sulla nostra tavola?
«Cereali integrali, tutti i giorni. Farro orzo, miglio, da preparare in insalate o minestre. Fantastici per l’apporto di fibre. Poi le classiche 5 porzioni di frutta e verdura, rigorosamente di stagione. Possibilmente, tre di verdura e due di frutta, nei cinque colori: verde, rosso-arancio, giallo, bianco e blu-viola. Infine il pesce; almeno tre volte a settimana, pescato e non allevato. Preferite i pesci piccoli: le eventuali concentrazioni di sostanze dannose sono minori.»
A questo punto dobbiamo anche sapere quali cibi evitare, anche se qualche idea l’abbiamo già…
«Tutto ciò che è classificabile come carne rossa, compresi quindi insaccati e salumi (anche quelli “leggeri” come prosciutto cotto e bresaola) non deve superare i 500 grammi in totale alla settimana. Molte persone in Italia arrivano a tre volte tanto! Poi, tagliare le bevande gasate e zuccherate; soprattutto per i bimbi, sono davvero dannose. Infine no ai formaggi grassi; sono permessi caprino, quartirolo, ricotta e anche la mozzarella. Le uova le vieto alle famiglie che parteciano ai reality; in generale, comunque, mai superare le due a settimana, e che siano biologiche.»
Farà anche bene, ma non è semplice
«Si tratta di educazione alimentare. E va applicata più rigidamente se ci sono chili da perdere. Un normopeso può trasgredire, ogni tanto.»
(Ride, e mi lascia a interrogarmi sul concetto di normopeso. Lui, ovviamente, è snello e scattante, senza un grammo di grasso superfluo).
Backstage
Cucina, è multitasking e, finito il servizio fotografico, sparecchia, riordina e lava piatti e bicchieri. Gli dico che avrà ricevuto decine d proposte di matrimonio, con la trasmissione in tv. «Beh, in effetti, qualcosa è arrivato», ammette. «E mi sono stupito: per così poco!». Poco? Decisamente, non ha idea di cosa ci sia là fuori, per chi cerca marito.
(Barbara Sgarzi)

mercoledì 16 maggio 2012


LI ASCOLTIAMO VERAMENTE?

Mi capita spesso di ricevere telefonate di genitori entusiasti per i corsi e le attività che organizzo (magari entusiasti solo per aver letto il depliant), ma capita ancor più spesso di sentirli vantare qualità straordinarie (che il più delle volte sono caratteristiche di tutti i bambini…). Tra le  telefonate più “memorabili” ne ricordo alcune per il corso di inglese: avevo deciso di eliminarlo a causa dello scarso successo del precedente corso, invece qualche mese fa ricevo un buon numero di richieste e dopo una lunga trafila di telefonate trovo lei: Alice, una dolcissima qualificata e super professionale insegnante di inglese, specializzata nell’insegnamento della lingua straniera nella scuola materna , quindi perfetta anche per il nostro centro. Brava, capace, divertente, ma chiara sin dall’inizio con me e soprattutto con i genitori: il suo non sarà un corso accademico-universitario, considerata l’età dei bambini, bensì un momento di gioco e di apprendimento giocoso di una nuova modalità di parlare  senza avere la pretesa di insegnare chissà cosa . Anzi, sottolinea subito, imparare canzoni e parole in inglese servirà a facilitare l’apprendimento della lingua straniera in futuro.
Nel frattempo contatto i genitori che si erano dichiarati interessati e  mi imbatto in “un’allegra famigliola”: il papà era stato il primo  a fare richiesta  di questo corso, spiegandomi che la bambina (4-5 anni) ci teneva molto ad imparare l’inglese (già questo mi ha fatto riflettere..) e poi aggiunge che loro ci tenevano molto perché avevano vissuto due anni in America. Intanto la bimba viene  a provare una lezione di danza: entusiasta, energica, vitale. La mamma mi avvisa che hanno deciso di farle frequentare sia danza che inglese (che deve ancora provare ma loro sono certi che alla bambina piacerà).
E così arriva il giorno della prova di inglese  e la nostra piccola arriva saltellando , entra nella sala e inizia a danzare credendo evidentemente di essere tornata al corso di danza: le spiego che la lezione è quella di inglese , lei mi guarda un po’ perplessa  (quindi deduco che non le avessero detto la verità!). Finita la lezione davanti all’ ”orgoglione” – ops orgoglioso…PAPA’ che la incalza chiedendole quanto le sia piaciuta la lezione, Lei –chiara, precisa e pulita- risponde: “No, voglio fare danza, non inglese!”. Il papà inebetito e tranquillissimo insiste: “Ma poi come facciamo quando andiamo in vacanza in America?Dai che ti piace!!”. Vanno via tutti e tre,mamma papà e fanciulla,  assicurandomi che ci saremmo visti la settimana successiva ,ma solo per inglese (nel frattempo hanno pensato di non farle fare danza). Passano i giorni e poiché non li vedo arrivare contatto la mamma ,che con il suo tono di voce smorto, poco sveglio e soprattutto un pochino vergognata mi spiega che non sono riusciti a convincerla, si è rifiutata categoricamente . EVVIVA! Questa piccola giovane donna davanti a due genitori “ciechi” e superficiali (anzi aggiungo colti e superficiali) si è resa adulta, matura, chiara e soprattutto coerente: non voleva fare inglese, non le era piaciuto, desiderava danzare e ha ribadito un concetto che per me era stato chiaro da subito, i suoi genitori ci hanno messo qualche settimana per capire…..
Se non hanno questa piccola-grande libertà a 4-5 anni come faranno a capire  e valutare da adulti quale sia la libertà? La libertà si impara da piccoli, la si sente dentro, sulla pelle, nelle ossa anche e soprattutto a 3-4 anni.
Le attività extra-scolastiche dei nostri bimbi  non sono e non devono essere obbligatorie né necessariamente utili o inutili, bensì divertenti e “speciali”  , almeno per loro: dovrebbero essere scelte da loro, con l’aiuto più neutrale possibile di mamma e papà!
E’evidente che ogni bambino ha suoi gusti e preferenze, ciò che per uno è noioso per l’altro è divertentissimo: di fatto gli altri bimbi di quel famoso corso di inglese erano felici, divertiti e molto naturalmente appassionati a quella lezione giocosa con una maestra “fatata”. I  genitori ogni giorno più entusiasti per la quantità di cose imparate giocando, saltando, molto liberamente.

Ascoltiamoli.

sabato 12 maggio 2012

http://www.youtube.com/watch?v=SJF50kwwRJE

Perché “Il chiosco di Lucy” ? I bambini ci salveranno....


Per prima cosa ..chi è “Lucy” e perché “Il chiosco di Lucy”

Non tutti sanno o  ricordano chi è Lucy nel mondo dei Peanuts. 
Per rinfrescarci la memoria…

 Coetanea di Charlie Brown e sorella maggiore di Linus, Lucy è il principale e più importante personaggio femminile dei Peanuts. Arrogante e rissosa, intrigante e diffidente, questa indisponente ragazzina è impegnata nella distruzione morale del mite Charlie Brown, per il quale rappresenta un costante incubo che gli procura turbe emotive. Di carattere piccoso, vuole sempre averla vinta. E quando non riesce a spuntarla con l'inganno e la furbizia, ricorre alle scenate e scatena la forza delle sue corde vocali, facendo compiere al suo interlocutore di turno veri e propri salti mortali. Ama non riamata Schroeder, più giovane di lei, e passalunghe ore languidaente appoggiata al suo pianoforte ad ascoltarlo suonare, senza tuttavia comprenderne la genialità artistica. Perennemente sconfitta da beethoven, fanaticamente idolatrato da Schroeder, si prende la rivincita allestendo un chiosco di psichiatria, a cinque cent”.

Il perché ho  scelto Peanuts ,  e Lucy in particolare,  per il mio blog (anzi ad essere sincera l’idea di Lucy me l’ha data una mamma , un’amica, che si chiama anche lei Lucy)  lo potete leggere qui di seguito e forse capirete perché secondo me il mondo di Peanuts  si avvicina a quello che mi piacerebbe esprimere in queste pagine e con le immagini che a breve vedrete: Peanuts e i bambini con cui mi rapporto quasi tutti i giorni sono portatori sani, sanissimi, di una vera e propria lente , un paio di occhiali da indossare per guardare questa incredibile (cioè a volte poco credibile sia negativamente che positivamente) realtà.

Questo è in un certo senso  il manifesto del mio blog:



IL MONDO DEI PEANUTS
 
E’ certamente interessante notare quali rapporti uniscono il microcosmo infantile dei Peanuts alla società americana del nostro tempo. Oltre a taluni particolari desunti dal costume americano, come per esempio la passione per il baseball e l'interesse quasi patologico per la psicoanalisi, Charlie Brown & C. sono dei bambini-adulti che, con le loro incertezze e i loro drammi, emblematicamente richiamano alla memoria tutti gli aspetti più inquietanti della società del benessere, dalla escalation sociale all'idolatria dell'elettrodomestico.
Nel mondo infantile dei Peanuts ritroviamo le insoddisfazioni e le contraddizioni. gli atteggiamenti d'indecisione, l'incapacità di adattamento di una società insicura, spietatamente autolesiva, mortificata nelle sue aspirazioni. Come Charlie Brown, l'uomo, inserito, nel mondo alienante, ha smarrito le reali proporzioni della vita sociale, ha reazioni psichiche incontrollate, si sente inutile e rifiutato dal suo ambiente...
Nonostante questi bambini siano nati e cresciuti nell'epoca della psicoanalisi, della televisione, della cultura di massa e dell'incomunicabilità, il loro è un mondo poetico, poiché rivela un poetico equilibrio interno. Schultz è un poeta che riafferma la sua speranza nella bontà dell'umanità e ha fiducia che questa speranza non vada perduta del tutto “.
 
Da G. STRAZZULLA - Fumetti di ieri e di oggi.



In effetti proprio come nel “microcosmo infantile” (solo apparentemente) di Peanuts  cosi anche nella mia esperienza quotidiana a contatto con bambini, mamme, genitori e non, vedo sempre di più come proprio i più piccoli hanno la meglio sugli adulti, spesso sono proprio loro che riescono a svelare  quella poeticità di cui parla Strazzulla, svelando in maniera chiara e naturale le oscurità di genitori e adulti in generale.


Perché? Perché i bambini, inutile negarlo, capiscono, amano, riflettono, osservano, giudicano, criticano, giocano molto meglio di noi adulti.

Questo blog sarà il luogo in cui loro per primi avranno la possibilità (ma la possibilità fidatevi è per noi adulti, la possibilità unica e magica di ascoltarli!) di mostrarci un altro modo, diverso e sicuramente più  poetico ed interessante, di vivere.

Come Schulz anche io nutro la speranza in una nascosta ma esistente bontà umana , laddove per bontà non intendo quel buonismo inutile e superficiale, bensì qualcosa di estremamente VERO, VIVO, ATTIVO. Credo inoltre che il progresso, la televisione, internet non siano nulla di così mostruoso, anzi hanno reso possibile (e continuano a farlo) il progresso stesso. Mostruoso è aver perso un’umanità viva e  creativa che tutti noi abbiamo, da piccoli,  e che perdiamo crescendo.

Forse forse la chiave di tutto è proprio essere VIVI. ViVi e Creativi.

La sintesi tra incertezze , contraddizioni, insoddisfazioni, mortificazioni da una parte  e poesia (ma anche ironia, volontà, speranzosa CREATIVITA’) dall’altra,  la faranno i nostri pargoletti (dico nostri perché i bambini sono realmente di tutti!).
Lavorando con i bambini e cercando di far emergere da loro ogni giorno la vera natura che li anima (vedi significato di “e-ducare”) ho sempre davanti a me il pensiero che quel piccolo batuffolo di tenerezza a volte simpatico, altre capriccioso, a volte sagace e divertente, altre insofferente e difficile sarà in brevissimo tempo un adulto a volte simpatico, altre capriccioso, a volte sagace e divertente, altre insofferente e difficile con cui dovremo rapportarci, con la piccola differenza che si tollera e si giustifica un bambino insofferente e capriccioso, ma un adulto così ( e quanti ce ne sono?!) lo detestiamo. Finiamo cosi con il detestare buona parte della popolazione.

In sintesi ogni volta che facciamo qualcosa per o con un bambino (magari non il nostro necessariamente) sappiate che anche la più piccola cosa andrà a vantaggio o svantaggio della sua-nostra vita futura…….e non lamentiamoci se poi vediamo in giro tanta schifezza!

Questo è a grandi linee ciò che vedrete e sentirete….seguiteci!
Parlo al plurale perché non sarò sola…