IL SORRISOMETRO é IL TUO BAMBINO.....................................
venerdì 28 dicembre 2012
sabato 22 dicembre 2012
Bimbi, cibo e molto altro....
moolto interessante!
http://www.youtube.com/watch?v=U-qOivAnaac
Immagine di Rossana Papagni.
...."il bambino che fa il pagliaccio"(dietro stimolo di mamma e papà); "il bambino rimpinzato di zuccheri, purchè mangi"; "non saper rinunciare ad alcuni cibi", "come è semplice volendo far un docle sano", "metà dei bambini italiani consuma tutti i giorni bevande zuccherate", "esagerato consumo di proteine sin dalla più tenera età", legame tra consumo di proteine e obesità, "i bambini amano cucinare e mangiare ciò che hanno cucinato", "mangiano ciò che mangiano mamma e papà, solo cambiando noi permettermo ai bambini che crescono avere la LIBERTA' dalla pubblicità"."TORNIAMO IN CUCINA!"
prof.Berrino
moolto interessante!
http://www.youtube.com/watch?v=U-qOivAnaac
Immagine di Rossana Papagni.
...."il bambino che fa il pagliaccio"(dietro stimolo di mamma e papà); "il bambino rimpinzato di zuccheri, purchè mangi"; "non saper rinunciare ad alcuni cibi", "come è semplice volendo far un docle sano", "metà dei bambini italiani consuma tutti i giorni bevande zuccherate", "esagerato consumo di proteine sin dalla più tenera età", legame tra consumo di proteine e obesità, "i bambini amano cucinare e mangiare ciò che hanno cucinato", "mangiano ciò che mangiano mamma e papà, solo cambiando noi permettermo ai bambini che crescono avere la LIBERTA' dalla pubblicità"."TORNIAMO IN CUCINA!"
prof.Berrino
venerdì 21 dicembre 2012
Per natale ti regalo un po’ di tempo.
Natale si avvicina e come ogni
anno cerco di preparare qualche regalino “artigianale”: anzitutto perché mi
piace creare con le mie mani, piuttosto che comprare cose già fatte in serie. E
poi a dire il vero un po’ si risparmia. La condizione essenziale di tutto
questo processo è il tempo che si ha e che si vuole dedicare alla CREAZIONE di
questi oggetti.
Mi piace pensare che dentro
quei pacchettini, al di là del
contenuto materiale (marmellate, sciarpe, biscotti, alberelli di biscotti), ci
sia come regalo fondamentale il mio TEMPO.
Corriamo tutti da mattina a sera,
freneticamente, lasciando per strada persone, emozioni, pensieri, rabbia
repressa, gioia inascoltata, amici mai più sentiti, idee, ecc
Lavorando (con estrema
ammirazione) con i bambini ancor di
più credo che loro meritino due regali da tutti noi (soprattutto da mamme, papà
, nonni, zii): un po’ di tempo, quello pieno passato con un
adulto che abbia il piacere di condividere con loro qualcosa, ma soprattutto
che si insegni loro questo regalo, cioè come regalare a loro volta il tempo.
Qualche giorno fa una mia allieva
è arrivata con un piccolissimo addobbo creato da lei e dalla sua mamma, con il
suo nome…così tra tanti anni quando addobberò il mio albero mi ricorderò ancora
di quel frugoletto che a 4 anni trascorreva magici pomeriggi di dicembre a
decorare piccoli oggetti di legno, con la sua mamma, per poterli regalare ad
amici e parenti.
Per me questo è il regalo più
grande che possiamo scambiarci tutti grandi e piccoli, anzi GRANDI AI PICCOLI:
il nostro tempo prezioso ,insegnando ai più piccoli a regalare il loro
“piccolo-grande” tempo.
So che non tutti hanno la
passione per le attività manuali e molti preferiscono entrare dentro uno di
quei famosi e costosi negozi dove si compra tutto in serie, spesso senza alcuna
emozione.
Per quanto mi riguarda cerco,
quasi sempre, quando non posso confezionare io in prima persona questi oggetti, di andare in quei negozi in cui so che qualcuno mi sta vendendo il proprio tempo e
soprattutto la propria creatività.
A volte devo ammettere che anche
in un regalo preso in serie ho riscontrato affetto, e TEMPO, quello trascorso
in giro magari nella confusione di
Milano per acquistarlo…
Pochi regali, con fantasia e
accompagnati da un pensiero sincero, fanno bene a chi li riceve ma anche a chi
li fa.
In effetti la felicità della
piccola Clarissa mentre mi dava il suo addobbo era almeno pari alla mia che
ricevevo inaspettatatamente un pensiero “eterno”.
martedì 16 ottobre 2012
"Il diritto di essere ascoltati"
Questo è uno dei progetti più belli a cui sto lavorando: ascoltare i bambini, intervistarli, farli esprimere su..TUTTO!
Spesso, troppo spesso, non li ascoltiamo come meriterebbero e come andrebbe fatto per aiutare noi stessi prima di tutto.
BUONA VISIONE, anzi no...BUON ASCOLTO!
http://www.youtube.com/watch?v=Ofp-RFJAmdA&feature=youtu.be
http://www.youtube.com/watch?v=dezEkQxWbTw
Spesso, troppo spesso, non li ascoltiamo come meriterebbero e come andrebbe fatto per aiutare noi stessi prima di tutto.
BUONA VISIONE, anzi no...BUON ASCOLTO!
http://www.youtube.com/watch?v=Ofp-RFJAmdA&feature=youtu.be
http://www.youtube.com/watch?v=dezEkQxWbTw
giovedì 11 ottobre 2012
"Ma tu sei una bimba?" Ovvero il passaggio dalla domanda all’affermazione
“Ma tu sei una bimba?”
Ovvero il passaggio dalla domanda all’affermazione.
Una sera come tante, a casa di
parenti e amici, tanti adulti e un piccolo simpaticissimo frugoletto che si aggira per casa, cercando,
da sola, giochi ed intrattenimenti.
Educata e spiritosa, in un modo
unico e davvero inusuale: 4 anni e un “per piacere” sempre pronto, davanti ad
ogni richiesta , garbata e determinata in ugual misura (ma quanti adulti usano
con tanta naturalezza “per piacere” ? Inutile negare che certe buone abitudini
sono il regalo di genitori attenti e mooolto pazienti…).
Superfluo dire che mi conquista
nel giro di 10 minuti e senza nemmeno accorgermene mi trovo a terra, sotto il tavolo della cucina, a
giocare a “sirene”, a immaginare “tovaglioli numerici” (cosi li chiamava, non
ho ben capito di cosa si trattasse ma poco importa perché nulla ha tolto alla
nostra complicità), a ridere, scoprire, indovinare…tutto questo in un
appartamento ben conosciuto dalla piccola Giulia (che si aggirava come se non
l’avesse mai visto) e sotto gli occhi di adulti divertiti, ma poco inclini al
“passaggio a terra”.
Se desideriamo davvero
entrare in contatto con il mondo di un
bambino, primo banalissimo e semplicissimo passo da fare è SCENDERE,
abbassarsi, spogliarsi di tutto e, con mente libera e aperta, farsi
accompagnare da loro. SCENDERE che in realtà vuol dire SALIRE. Salire su un
pianeta e in una dimensione parallela a quella abituale, vicinissima ma
lontana, seppellita sotto i nostri pc, cellulari, appuntamenti, impegni, riunioni,
“vita da grandi” insomma!
In piedi o seduti in poltrona non
saremo mai occhi negli occhi, respiro con respiro, cuore a cuore. Lì nasce
condivisione ed empatia, gioco e curiosità, scoperta infinita, per noi adulti
prima di tutto.
Quando un bimbo ci fa giocare con
lui ci stà dando una possibilità, anzi tante: essere uno e mille, fare e non
fare liberamente, dire e non dire,
stare –semplicemente- nel presente.
Giocare con un bambino (lo avrete
provato tutti, lo so, non sto dicendo nulla di nuovo) è un’esperienza unica e
rigenerante, per noi grandi ovviamente. Tanto rigenerante che il frugoletto
dopo un po’ mi guarda e con aria interrogativa sfodera una domanda retorica a
tutti gli effetti: “Ma tu sei una bimba?”. Le dico che sono grande, molto più
grande di lei….
Mi guarda con l’aria di chi la sa
lunga e afferma :“Tu sei una bimba”. Tolto il punto di domanda la sua
affermazione risuona dentro di me come un tamburo: tu sei una bimba, tu sei una
bimba, tu sei una bimba….Quale complimento più bello si può ricevere così, a 31
anni, spontaneamente e ironicamente da un piccolo fagiolino di 4 anni?
martedì 28 agosto 2012
Incredibile… la differenza di un “SE” (vorremo nutrire l’intero pianeta?).
Incredibile alzarsi
una mattina di fine agosto e leggere un articolo intelligente, ricco di
informazioni utili, ma anche di alcune frasi piuttosto allarmanti o che almeno dovrebbero allarmare:
“Entro quarant'anni diventeremo
tutti vegetariani. Non per scelta, bensì per necessità: altrimenti non ci sarà
abbastanza cibo per sfamare la crescente popolazione terrestre. Frutta e
verdura anziché bistecche e prosciutti. Ecco la dieta dei nostri figli o
nipoti, se vorremo nutrire l’intero pianeta.
…secondo cifre dell’Onu, 900
milioni di persone vanno a letto affamate tutte le sere e 2 miliardi sono da
considerare malnutrite”.
Ovviamente tutto sta in quel SE
(vorremo nutrire l’intero pianeta?).
Incredibile andare
al mare, nell’era del
biologico-dietetico-salutare-dimagrante-ringiovanente-anticellulite-antigrasso-anti
tutto (di cui tutti , uomini e donne, purtroppo siamo vittime, in spiaggia come
in montagna, al lago e in città!) e vedere
bambini-ragazzini grassottelli, con un seno decisamente più prominente di
quello delle loro coetanee e di molte donne ormai adulte…..
Ragazzi e ragazze obesi, che per
il pranzetto sotto i 40° di agosto trangugiano panini con mortadella e salame,
pizze farcite e calzoni stracolmi di cibo.
Possibile che la salute tanto decantata da tutti, tanto nominata e super
ricercata (per fortuna) per una buona parte della popolazione sia una
sconosciuta? Non è solo l’aspetto estetico con cui prima o poi questi giovani
uomini e donne dovranno fare i conti, in una società “estetica” come la nostra
più che mai, ma soprattutto i rischi
–molti- a cui vanno incontro, a braccia aperte e con un sorriso innocente sulle
labbra.
Innocente, perché di innocenti si
tratta: accanto a loro siedono per lo più genitori obesi, che si affannano a
tagliare, farcire e imbottire le peggio cose, soprattutto se ci sono 40° e il
pargolo dopo 10 minuti magari chiede di fare il bagno….
Non pretendo che tutti siano
interessati ad approfondire l’argomento”cibo” come me e come molte persone,
vegetariane e non; semplicemente sarebbe auspicabile che almeno le suddette
persone prima di buttare giù qualcosa si interrogassero, cucinassero, si
informassero.
Sconvolge vedere questo
atteggiamento nonostante tutti i giornali- anche quelli meno impegnati- e tutti
i programmi-anche i meno culturalmente
elevati-si occupino dell’argomento.
Noi donne ( ma anche gli uomini) siamo tempestate da
mattina a sera da articoli e trasmissioni che esortano al mangiare sano e
“magro”; per i bambini, invece, pare che la strada sia davvero ancora molto ma
molto lunga. Marco Bianchi e il suo “Tesoro salviamo i ragazzi” fa davvero
un’opera incredibile, perché, come lui stesso spesso spiega, il cambiamento non
lo “impone” solo al bambino, bensì all’intera famiglia.
Infatti tutto, purtroppo, ritorna
sempre al punto di partenza, cioè all’educazione e a ciò che un genitore decide
di dare e non dare al proprio figlio: cucinare, per quanto mi riguarda ( perché
cosi mi è stato “passato” nella mia infanzia, costellata di mamma e zia attente
e operose cuciniere) è davvero uno dei più grandi gesti d’amore. Vuol dire
prendersi cura di qualcuno e ovviamente anche di se stessi quando si cucina per
sé. I bambini mangiano ciò che mangiano i genitori e i modelli più vicini a
loro: patatine, snack, cibo unto, piuttosto che verdure, frutta, pasta, riso,
carne, pesce.
Certo che non tutti devono essere
obbligatoriamente presi dal “sacro fuoco” della cucina, ma come può una mamma o
un papà non preoccuparsi del cibo che passa ogni giorno al proprio bimbo?
Nessuno chiede manicaretti e
delizie di alta cucina, ma il minimo, l’indispensabile, qualcosa che sia pieno
zeppo, strabordante e colante di… CURA.
Ho in mente viva e luminosa
l’immagine della mamma pettirosso che fa mangiare i propri piccoli, mettendo
dentro ciascuna bocca il cibo che ha trovato spesso con CURA e tanta tanta
FATICA.
La vita che conduciamo oggi è
piena di impegni,ma questa a me sembra
davvero una priorità; senza pensare che dobbiamo diventare mamme da “Mulino”
(anche quella ormai è solo un’immagine sbiadita e finta, visti gli ingredienti
di biscotti e torte di quel famoso Mulino), ma in vacanza, almeno in vacanza,
che ne pensate di dedicare un po’ del nostro tempo al cibo che diamo alle
bocche fameliche delle piccole pesti , che in estate diventano acquatiche e palmate e che quindi
necessitano di un’alimentazione attenta e piena zeppa… d’amore?
martedì 21 agosto 2012
Il cuore grande dei bambini
Cercando una ricetta vegetariana
incappo in un interessante sito, nel quale questa bella foto mi salta
praticamente addosso, quasi con violenza.
Si cambia, si cresce, la
trasformazione spesso è obbligatoria e necessaria, ma quel grande “cuore
bambino” che diventa sempre più piccolo proprio non riesco a lasciarlo lì.
Così decido di portarmelo dietro,
in queste giornate di decompressione, dopo il ritorno dalle vacanze.
La mente corre subito ad un bimbo
incontrato in spiaggia pochi giorni fa: conosce una bimba (lui 4 anni e lei 3),
ci gioca serio e impegnato per un po’ e alla fine dichiara con assoluta serietà
mista ad un candore tutt’altro che pallido e celestiale, bensì focoso e
determinato: “Tu mi piaci!”.
Lei fa l’indifferente-indaffarata, abbozza un sorriso quasi
a voler dire “Sì ok, lo so, sono bella, ma in questo momento sono molto
presa!”.
Le femmine……..
Il giorno dopo il piccoletto in
questione chiede notizie di lei ai genitori. Un cuore grande, di soli 4 anni.
Poi penso alla mia nipotina di 3 anni, vivace, allergica alle
regole, instancabile ,ma , se presa con calma e pazienza, riesce a sfoderare
tenerezza e CUORE a profusione.
Il cuore grande dei bambini,
quello fatto di manine forti e delicate, ma anche di dolcezza, schiettezza,
giocosità , mente aperta e senza stupidi pregiudizi.
Con occhi teneri e materni si
avvicina ad un bimbo di colore, figlio di un ambulante della spiaggia,
decisamente più piccolo di lei: gli tocca la testa, attratta da quei piccoli
ricciolini, lo accarezza come una mamma premurosa anche se a dire il vero , forse, un po’ stupita di
quanto sia più scuro di lei….ma senza farsi troppe domande. Lo vuole prendere
in braccio, gli sorride, un po’ eccitata, un po’ curiosa.
Il cuore grande dei bambini.
Prima di partire entra in bagno
mentre mi lavo i denti, si siede a far pipì e con aria serissima mi dice “Zia
io sono molto brava con la mia pipì”. Sì, evidentemente si rende conto di
essere spesso “un brigante birichino” con noi o con i suoi genitori, invece con
la pipì no, sa di essere davvero brava.
E’ proprio quell’estrema serietà
e semplicità ( con cui i bambini dicono cose importanti , spesso esilaranti)
che mi travolge totalmente…
mercoledì 25 luglio 2012
domenica 8 luglio 2012
"Il corpo del bambino. I bambini sono un mercato enorme, formidabile; i mercanti ne approfittano".
prof. Berrino
Un discorso che non può non riguardare tutti, grandi e piccini, genitori e non.
La cura e l'amore per i i "nostri" bambini passa, anche, attraverso il cibo.
Buona lettura!
Marianhttps://www.youtube.com/watch?v=_llBskrJDQY&feature=player_embedded#!
giovedì 14 giugno 2012
mercoledì 30 maggio 2012
Voglio essere una
mozzarella!
“Siamo ciò che mangiamo”
diceva qualcuno e spesso lo sentiamo ripetere a proposito di diete e benessere.
Beh…detto tra noi, non vorrei mai
essere (nemmeno lontanamente identificata) con una delle pietanze che i nostri
bambini mangiano (anzi spostano da una parte all’altra del piatto fino ad
arrivare nel pattume) ogni giorno nelle nostre Scuole.
Ovviamente tutto questo è il
risultato del lavoro di dietisti “creativi” (solo di creatività si può parlare
se pensiamo ad alcuni cibi che abbinati tra loro raggiungono livelli altissimi
di disgusto collettivo): ogni pasto deve essere bilanciato tra proteine,
grassi, carboidrati, vitamine, ecc.
Ma questa è solo la
parte “teorica” e molto “politically correct”: di fatto e nelle realtà vera
e concreta di tutti i giorni, vengono buttati nel pattume quantità esagerate di
cibo, con il risultato che i bambini non introducono quella magica alchimia
pensata dai dietisti “creativi” (mangiano pochissimo) e appena usciti da scuola
ingurgitano di tutto con voracità e con poco senso del gusto. Se chiedessimo ai
nostri piccoli uomini cosa amano di più
magari tenendo conto dei preziosi studi dei dietisti FORSE arriveremmo a
conciliare gusto e salute? Quanto pattume si risparmierebbe e quanto cambierebbero
dinamiche malate e ripetitive sul cibo! Insegnanti e genitori sono testimoni impotenti
di questo scenario quotidiano . Questa settimana, per
esempio, il menù della scuola prevede pasta olio e parmigiano, pasta al sugo di
merluzzo, uova sode e cavolfiori gelidi: tutte pietanze che la maggior parte
degli adulti rifiuterebbe anche se cucinate da Gualtiero Marchese, figuriamoci
se cucinate in mensa, spesso parecchie ore prima di poterle DE-GUSTARE…
Qualche giorno fa ho deciso di intervistare un po’ di bambini anche sull’argomento cibo e in effetti non è vero che amano solo le “schifezze”: molti hanno parlato di zuppe, frutta, verdure oltre a gelati, pasta, patate.
E poi arrivano loro, i favolosi genitori : a proposito di “TUTTO INIZIA DA PICCOLI!” anche l’amore per il cibo sano, ma soprattutto per la varietà degli alimenti è qualcosa che inizia da piccoli: ci sono bambini che rifiutano la maggior parte delle verdure , mentre altri ne mangiano in quantità perché abituati sin da piccoli a vederle nel piatto in casa. Nessuno pretende che i nostri pargoletti mangino tutto, non sarebbe normale, anche loro meritano ed esigono gusti e preferenze. Però conosco bambini che mangiano solo pasta in bianco, riso in bianco, pollo al limone o in forma di suoletta secca fatta in padella. E poi ci meravigliamo se inorridiscono alla vista del verde!chissà come mai. Un vero mistero.
Anche l’amore per il verde inizia da piccoli!
Insomma se veramente siamo ciò che mangiamo, non vorrei mai essere una pasta in bianco con l’olio (anche perché a casa mia quello è il pasto della convalescenza ospedaliera) o con il sugo di merluzzo!
Piuttosto vorrei essere un bel piatto di pasta colorato e nutriente, una bella zuppa di verdure colorate, una polpetta di legumi, una bella torta al cioccolato, uno yogurt cremoso e dolce, un biscotto fatto in casa, una mozzarella…sì, ho deciso, voglio essere una bella mozzarella soffice e piena di latte, bio se possibile (che nulla a che vedere con quelle saponette senza sapore che arrivano nelle mense delle scuole!).
Qualche giorno fa ho deciso di intervistare un po’ di bambini anche sull’argomento cibo e in effetti non è vero che amano solo le “schifezze”: molti hanno parlato di zuppe, frutta, verdure oltre a gelati, pasta, patate.
E poi arrivano loro, i favolosi genitori : a proposito di “TUTTO INIZIA DA PICCOLI!” anche l’amore per il cibo sano, ma soprattutto per la varietà degli alimenti è qualcosa che inizia da piccoli: ci sono bambini che rifiutano la maggior parte delle verdure , mentre altri ne mangiano in quantità perché abituati sin da piccoli a vederle nel piatto in casa. Nessuno pretende che i nostri pargoletti mangino tutto, non sarebbe normale, anche loro meritano ed esigono gusti e preferenze. Però conosco bambini che mangiano solo pasta in bianco, riso in bianco, pollo al limone o in forma di suoletta secca fatta in padella. E poi ci meravigliamo se inorridiscono alla vista del verde!chissà come mai. Un vero mistero.
Anche l’amore per il verde inizia da piccoli!
Insomma se veramente siamo ciò che mangiamo, non vorrei mai essere una pasta in bianco con l’olio (anche perché a casa mia quello è il pasto della convalescenza ospedaliera) o con il sugo di merluzzo!
Piuttosto vorrei essere un bel piatto di pasta colorato e nutriente, una bella zuppa di verdure colorate, una polpetta di legumi, una bella torta al cioccolato, uno yogurt cremoso e dolce, un biscotto fatto in casa, una mozzarella…sì, ho deciso, voglio essere una bella mozzarella soffice e piena di latte, bio se possibile (che nulla a che vedere con quelle saponette senza sapore che arrivano nelle mense delle scuole!).
E voi che cibo siete? I vostri bimbi che cibo vorrebbero essere?
mercoledì 23 maggio 2012
TUTTO INIZIA DA PICCOLI
TUTTO INIZIA DA PICCOLI
Non vorrei che si fraintendesse
quanto ho scritto in “ASCOLTIAMOLI!” con l’idea assurda e folle di lasciare
fare ai bambini ciò che vogliono! Magari perché sono piccoli per capire.
NO, NO, NO. Siamo noi troppo
“piccoli” e incapaci di spiegare a loro molte cose. Spesso ci dimostrano che
sono molto più grandi di noi. La libertà di cui parlavo è qualcosa di più
profondo e sottile, un atteggiamento che i bambini colgono anche nelle più
piccole cose, se mamma e papà sono pronti a fare questo passo. LIBERTA’ ma
anche SINCERITA’. A volte sincerità vuol dire anche durezza, perché no? Chi ha
mai detto che bambino vuol dire dolcezza-sdolcinata, cuoricini e fragoline?anzi
i bambini sono esattamente l’opposto: impegno, intensità, gioia, rabbia,
incapacità, risate, lacrime, stupore….colori, tanti colori.
Sono piccoli per capire le sciocchezze che spesso noi
adulti cerchiamo di propinargli? Loro sono già oltre, sono ancora oltre, loro
SONO. Non hanno bisogno di fare giri strani, inventare storie stupide: qualche
tempo fa un bimbo intervistato in tv dichiarava ad un amichetto che non avrebbe
fatto basket perché la sua mamma gli aveva detto che faceva venire un brutto
fisico!L’amico un po’ attonito e perplesso ribatte “Ma guarda me, io faccio
basket, non è vero!”. Diciamolo una volta per tutte: queste idiozie prima o poi
saltano fuori, magari davanti ad altre persone; puntualmente c’è qualche
genitore che preferirebbe sprofondare. Non sarebbe stato molto più semplice
evitare di dire queste inutili bugie? Non sarebbe più facile spiegare che
magari in quel momento non c’è la possibilità di frequentare il corso di basket
perché non c’è tempo, non ci sono soldi, si è troppo piccoli, ecc.
Purtroppo l’argomento “CORSI POMERIDIANI” mi tocca molto
da vicino; mi tocca ancor di più la maleducazione che la maggior parte dei
genitori adotta nel rapportarsi a noi che ci occupiamo dei loro figli, magari
solo un’ora a settimana. Come se fosse poco: quell’ora spesso vale più di tutta
la giornata all’asilo o a scuola. Perchè in quell’ora solitamente si fanno cose
speciali, si muovono emozioni, idee e pensieri decisamente differenti da quelli
che accompagnano la giornata scolastica!
La questione corsi è solo paradigmatica di come spesso si
trasmettono involontariamente modalità “brutte” di comportamento: se decidiamo
di non portarlo più a nuoto, calcio, pittura, ecc riusciamo a spiegarglielo in
maniera chiara e ONESTA?Ma onesta con noi stessi prima di tutto?
Oppure quando il pargolo per puro
capriccio decide che un mese ha voglia di fare danza, un mese pallavolo e poi a
seconda di ciò che faranno gli amici continuare a cambiare….che bello vedere
alcuni -pochi- genitori che cercano di capire se c’è sotto un problema o se si
tratta di capriccio e quindi spronare il piccolo a finire un percorso, magari
con educazione, cioè salutando amichetti e maestra?magari quella stessa maestra
che per quel pargoletto ha fatto e dato molto?magari quegli stessi amichetti
con cui ha condiviso mesi di creatività ed esperienze fondamentali (cosa non è
fondamentale a 3 anni?TUTTO!).
Ci sono bambini con cui si creano
legami speciali durante i miei corsi e poi all’improvviso spariscono,
inghiottiti dalla routine quotidiana dei genitori, dalla vergogna, dalla
fretta: un vero dispiacere per me , ma sono certa anche per loro.
In ogni caso questo atteggiamento
–distratto, superficiale ed egoistico- lo vediamo anche per strada, nei negozi:
spesso i bambini vengono lasciati allo sbaraglio, sotto lo sguardo perplesso di
negoziante e cliente. Ho assistito ad una scena incredibile in una ludoteca:
mamma con pargoli, il grande (3 anni) giocava con gli amichetti, il piccolo di
1 anno e mezzo cercava di distruggere la struttura sotto lo sguardo distratto
di una mamma svampita che, quando richiamata a controllare il figlio,
continuava a chiacchierare mentre
distrattamente gli toglieva di mano qualsiasi cosa riponendola sulla scrivania
della povera segretaria, attonita: piuttosto che soffermarsi dal chiacchierare,
intrattenere il piccolo con giochi adatti a lui, per lei era molto più semplice
sottrargli qualsiasi cosa, con il risultato che alla fine dell’ora la scrivania
della segretaria era sommersa da oggetti. Un quadretto di quell’ormai
famigerato modus vivendi per cui “il mondo mi gira intorno, io sto bella ferma
ed immobile”.
Sarà capitato a tutti di trovarsi
in una situazione di forte disagio perché i genitori non capiscono che il
mondo è necessariamente costretto a
sopportare grida, pianti, capricci (di cui i bambini non sono colpevoli in
alcun modo).
La capacità di stare in un
contesto sociale -nella vita- forse è il regalo più bello che un genitore possa
fare al proprio figlio:insegnargli a stare, a comportarsi, guardare, cogliere,
approfittare (delle piccole bellezze nascoste anche nella fila dal panettiere).
Che piacere vedere genitori che
insegnano tutto questo, perché ce l’hanno dentro.
Quanti bimbi supportati da
altrettanti genitori invece vivono, prendono e abbandonano qualsiasi cosa , con
velocità e senza digerire ..cosi inizia quel MORDI E FUGGI che, chissà come
mai, da adulti praticheranno con tanta naturalezza. Tutto inizia da piccoli.
In alcuni casi c’è solo la nostra incapacità di affrontarli
donando loro sincerità, regole, a volte con durezza a volte con dolcezza. A
volte ci chiedono estrema durezza e sono certa che quelle parole e quei gesti
duri quando necessari siano realmente il mattoncino su cui iniziano a gattonare
per poi camminare.
Tutto inizia da
piccoli:
guardare, percepire, ascoltare,
prendere, dare, regalare, reclamare, sfogarsi, chiedere, aspettare,
incuriosirsi, toccare, odorare, manipolare, fuggire, piangere, prendersi cura
di sé, non prendersi cura di sé, aiutare, non aiutare, aprire lo sguardo,
tenere gli occhi chiusi, desiderare, giocare, stringere, rallentare.
(Immagine di Rossana Papagni www.rossanapapagni.it)
giovedì 17 maggio 2012
BUON APPETITO!
Marco Bianchi, lo chef che salva i bambini obesi
Cibi sani presentati in maniera accattivante. E la sua trasmissione su FoxLife insegna alle famiglie trucchi e segreti
(Olympia)
MILANO — Si direbbe che ritenere una pessima idea far fare ogni
giorno colazione a una bambina di nove anni con un panozzo traboccante
di salame sia un pensiero universalmente riconosciuto e condiviso.
Eppure, non è affatto così. E non si parla dell’America oversize, ma
dell’Italia della dieta mediterranea. Anche da noi sono diffuse le
abitudini alimentari scorrette e potenzialmente molto dannose che
scandiscono le giornate di tante famiglie. Lo sa bene Marco Bianchi,
ricercatore e divulgatore scientifico diventato noto ai più per essere
il volto di «Tesoro salviamo i ragazzi!», il programma di FoxLife in
onda sul canale 114 di Sky ogni venerdì alle 22.
COMPORTAMENTI SBAGLIATI - In ogni puntata del docu-reality,
l’esperto cerca di correggere i comportamenti alimentari errati di una
famiglia in cui c’è almeno un bambino in grave sovrappeso. Un’importante
rivoluzione le cui basi vengono poste da Bianchi in pochi giorni e che
si fonda da una parte sul movimento — fondamentale per tutti ma
indispensabile per i più piccoli — e dall’altra su una corretta
alimentazione. Il caso vuole infatti che lo scienziato sia anche uno
strepitoso chef, che trasferisce nella sua cucina tutti gli anni di
studio dedicati alla ricerca. Sulla tavola di Bianchi ci sono dunque
solo cibi sani, che fanno bene e che non portano con loro un carico di
calorie troppo difficile da smaltire. Una ricetta sana e gustosa: la torta ciocco-pere
NUTRIENTI E ANCHE BELLI - Ma la sua è anche una cucina decisamente gustosa, capace di camuffare alimenti spesso ostili ai più piccoli (come il pesce o le verdure) dentro vesti in grado di renderli appetitosi anche a chi ufficialmente mangia solo hamburger e patatine. E anche se tutte le merendine sono vietate, non è detto che l’alternativa non sia addirittura più golosa. Bianchi lo dimostra nel video che ha realizzato per Corriere.it, in cui dà la ricetta di una torta pere e cioccolato assolutamente strepitosa pur essendo priva di burro o condimenti grassi. Una bomba di gusto ma senza troppe calorie che farebbe la gioia di ogni bambino.
Chiara Maffioletti
Tesoro, salviamo i ragazzi. Intervista a Marco Bianchi
Ci fa entrare nella sua casa alle porte di Milano e a vederlo aggirarsi in cucina – jeans, felpa e All Star – sembra molto più giovane dei suoi 33 anni e di come appare in tv. Marco Bianchi è lo chef-ricercatore di Tesoro, salviamo i ragazzi, in onda su FoxLife (sky114), un reality dai nobili intenti: educare i genitori a un’alimentazione sana, per scongiurare l’obesità infantile. Ma non è nato con la tv: ha solide basi scientifiche, lavora da anni nella ricerca oncologica a fianco di Umberto Veronesi (all’IFOM, istituto Firc di Oncologia Molecolare), e sull’argomento ha scritto diversi libri tra cui Le ricette dei magnifici 20 (Ponte alle Grazie, 14 euro) e Il talismano del mangiar sano (Skira, 18,50 euro).
Prima di tutto, la sorpresa: è un uomo, ma multitasking. Mentre mi risponde, taglia le carote e le dispone tipo Shanghai per le fotografie. Ha un approccio giocoso e leggero: si capisce perché i bambini lo adorano.
«Infatti il problema più grande delle prime puntate è stato essere serio, a volte duro con i genitori; altrimenti non sarei riuscito a ottenere buoni risultati», mi dice. Che ci sono stati: genitori e figli sono dimagriti, in un paio di mesi, anche di 10 chili, ma soprattutto hanno imparato a mangiare sano, partendo dalla spesa. E sulla sua pagina Facebook arrivano tantissimi commenti e ringraziamenti.
Quindi, mangiamo davvero così male, in Italia?
«Sì. Esageriamo con i cibi pronti, non mettiamo in tavola abbastanza frutta e verdura, ci dimentichiamo del pesce. Abbiamo l’11% di bambini obesi e il 22,9% in sovrappeso. E pensare che il 30% dei tumori potrebbe essere evitato se si seguisse con costanza una corretta alimentazione.»
Quando è arrivata, nella sua vita da ricercatore, la virata verso la cucina?
«Mi è sempre piaciuto cucinare; in compagnia, sono quello che spignatta per gli amici. E occupandomi di cibi a livello scientifico ho trovato naturale mettere insieme questi due interessi. Anche perché le persone, per imparare a mangiare bene, hanno bisogno di pratica più che di teoria; di ricette, di consigli, di una guida.»
Dia qualche consiglio anche a noi. Cosa non deve mancare mai sulla nostra tavola?
«Cereali integrali, tutti i giorni. Farro orzo, miglio, da preparare in insalate o minestre. Fantastici per l’apporto di fibre. Poi le classiche 5 porzioni di frutta e verdura, rigorosamente di stagione. Possibilmente, tre di verdura e due di frutta, nei cinque colori: verde, rosso-arancio, giallo, bianco e blu-viola. Infine il pesce; almeno tre volte a settimana, pescato e non allevato. Preferite i pesci piccoli: le eventuali concentrazioni di sostanze dannose sono minori.»
A questo punto dobbiamo anche sapere quali cibi evitare, anche se qualche idea l’abbiamo già…
«Tutto ciò che è classificabile come carne rossa, compresi quindi insaccati e salumi (anche quelli “leggeri” come prosciutto cotto e bresaola) non deve superare i 500 grammi in totale alla settimana. Molte persone in Italia arrivano a tre volte tanto! Poi, tagliare le bevande gasate e zuccherate; soprattutto per i bimbi, sono davvero dannose. Infine no ai formaggi grassi; sono permessi caprino, quartirolo, ricotta e anche la mozzarella. Le uova le vieto alle famiglie che parteciano ai reality; in generale, comunque, mai superare le due a settimana, e che siano biologiche.»
Farà anche bene, ma non è semplice
«Si tratta di educazione alimentare. E va applicata più rigidamente se ci sono chili da perdere. Un normopeso può trasgredire, ogni tanto.»
(Ride, e mi lascia a interrogarmi sul concetto di normopeso. Lui, ovviamente, è snello e scattante, senza un grammo di grasso superfluo).
Backstage
Cucina, è multitasking e, finito il servizio fotografico, sparecchia, riordina e lava piatti e bicchieri. Gli dico che avrà ricevuto decine d proposte di matrimonio, con la trasmissione in tv. «Beh, in effetti, qualcosa è arrivato», ammette. «E mi sono stupito: per così poco!». Poco? Decisamente, non ha idea di cosa ci sia là fuori, per chi cerca marito.
(Barbara Sgarzi)
mercoledì 16 maggio 2012
LI ASCOLTIAMO VERAMENTE?
Mi capita spesso di ricevere telefonate di genitori
entusiasti per i corsi e le attività che organizzo (magari entusiasti solo per
aver letto il depliant), ma capita ancor più spesso di sentirli vantare qualità
straordinarie (che il più delle volte sono caratteristiche di tutti i
bambini…). Tra le telefonate più
“memorabili” ne ricordo alcune per il corso di inglese: avevo deciso di
eliminarlo a causa dello scarso successo del precedente corso, invece qualche
mese fa ricevo un buon numero di richieste e dopo una lunga trafila di
telefonate trovo lei: Alice, una dolcissima qualificata e super professionale
insegnante di inglese, specializzata nell’insegnamento della lingua straniera
nella scuola materna , quindi perfetta anche per il nostro centro. Brava,
capace, divertente, ma chiara sin dall’inizio con me e soprattutto con i
genitori: il suo non sarà un corso accademico-universitario, considerata l’età
dei bambini, bensì un momento di gioco e di apprendimento giocoso di una nuova
modalità di parlare senza avere la
pretesa di insegnare chissà cosa . Anzi, sottolinea subito, imparare canzoni e
parole in inglese servirà a facilitare l’apprendimento della lingua straniera
in futuro.
Nel frattempo contatto i genitori
che si erano dichiarati interessati e
mi imbatto in “un’allegra famigliola”: il papà era stato il primo a fare richiesta di questo corso, spiegandomi che la bambina (4-5 anni) ci teneva
molto ad imparare l’inglese (già questo mi ha fatto riflettere..) e poi
aggiunge che loro ci tenevano molto perché avevano vissuto due anni in America.
Intanto la bimba viene a provare una
lezione di danza: entusiasta, energica, vitale. La mamma mi avvisa che hanno
deciso di farle frequentare sia danza che inglese (che deve ancora provare ma
loro sono certi che alla bambina piacerà).
E così arriva il giorno della
prova di inglese e la nostra piccola
arriva saltellando , entra nella sala e inizia a danzare credendo evidentemente
di essere tornata al corso di danza: le spiego che la lezione è quella di
inglese , lei mi guarda un po’ perplessa
(quindi deduco che non le avessero detto la verità!). Finita la lezione
davanti all’ ”orgoglione” – ops orgoglioso…PAPA’ che la incalza
chiedendole quanto le sia piaciuta la lezione, Lei –chiara, precisa e pulita-
risponde: “No, voglio fare danza, non inglese!”. Il papà inebetito e
tranquillissimo insiste: “Ma poi come facciamo quando andiamo in vacanza in
America?Dai che ti piace!!”. Vanno via tutti e tre,mamma papà e fanciulla, assicurandomi che ci saremmo visti la
settimana successiva ,ma solo per inglese (nel frattempo hanno pensato di non
farle fare danza). Passano i giorni e poiché non li vedo arrivare contatto la
mamma ,che con il suo tono di voce smorto, poco sveglio e soprattutto un
pochino vergognata mi spiega che non sono riusciti a convincerla, si è
rifiutata categoricamente . EVVIVA! Questa piccola giovane donna davanti a due
genitori “ciechi” e superficiali (anzi aggiungo colti e superficiali) si è resa
adulta, matura, chiara e soprattutto coerente: non voleva fare inglese, non le
era piaciuto, desiderava danzare e ha ribadito un concetto che per me era stato
chiaro da subito, i suoi genitori ci hanno messo qualche settimana per capire…..
Se non hanno questa
piccola-grande libertà a 4-5 anni come faranno a capire e valutare da adulti quale sia la libertà?
La libertà si impara da piccoli, la si sente dentro, sulla pelle, nelle ossa
anche e soprattutto a 3-4 anni.
Le attività extra-scolastiche dei
nostri bimbi non sono e non devono
essere obbligatorie né necessariamente utili o inutili, bensì divertenti e
“speciali” , almeno per loro:
dovrebbero essere scelte da loro, con l’aiuto più neutrale possibile di mamma e
papà!
E’evidente che ogni bambino ha
suoi gusti e preferenze, ciò che per uno è noioso per l’altro è
divertentissimo: di fatto gli altri bimbi di quel famoso corso di inglese erano
felici, divertiti e molto naturalmente appassionati a quella lezione
giocosa con una maestra “fatata”. I
genitori ogni giorno più entusiasti per la quantità di cose imparate
giocando, saltando, molto liberamente.
Ascoltiamoli.
sabato 12 maggio 2012
Perché “Il chiosco di Lucy” ? I bambini ci salveranno....
Per prima cosa ..chi è “Lucy” e perché “Il chiosco di Lucy”
Non tutti sanno o ricordano chi è Lucy nel mondo
dei Peanuts.
Per rinfrescarci la memoria…
“Coetanea di Charlie Brown e sorella maggiore
di Linus, Lucy è il principale e più importante personaggio femminile dei
Peanuts. Arrogante e rissosa, intrigante e diffidente, questa indisponente
ragazzina è impegnata nella distruzione morale del mite Charlie Brown, per il
quale rappresenta un costante incubo che gli procura turbe emotive. Di
carattere piccoso, vuole sempre averla vinta. E quando non riesce a spuntarla
con l'inganno e la furbizia, ricorre alle scenate e scatena la forza delle sue
corde vocali, facendo compiere al suo interlocutore di turno veri e propri
salti mortali. Ama non riamata Schroeder, più giovane di lei, e passalunghe ore
languidaente appoggiata al suo pianoforte ad ascoltarlo suonare, senza tuttavia
comprenderne la genialità artistica. Perennemente sconfitta da beethoven, fanaticamente
idolatrato da Schroeder, si prende la rivincita allestendo un chiosco di
psichiatria, a cinque cent”.
Il perché ho scelto
Peanuts , e Lucy in particolare, per il mio blog (anzi ad essere sincera l’idea
di Lucy me l’ha data una mamma , un’amica, che si chiama anche lei Lucy) lo potete leggere qui di seguito e forse
capirete perché secondo me il mondo di Peanuts
si avvicina a quello che mi piacerebbe esprimere in queste pagine e con
le immagini che a breve vedrete: Peanuts e i bambini con cui mi rapporto quasi
tutti i giorni sono portatori sani, sanissimi, di una vera e propria lente , un
paio di occhiali da indossare per guardare questa incredibile (cioè a volte
poco credibile sia negativamente che positivamente) realtà.
Questo è in un certo senso il manifesto del mio blog:
IL MONDO DEI PEANUTS
“E’ certamente
interessante notare quali rapporti uniscono il microcosmo infantile dei Peanuts
alla società americana del nostro tempo. Oltre a taluni particolari desunti dal
costume americano, come per esempio la passione per il baseball e l'interesse
quasi patologico per la psicoanalisi, Charlie Brown & C. sono dei
bambini-adulti che, con le loro incertezze e i loro drammi, emblematicamente
richiamano alla memoria tutti gli aspetti più inquietanti della società del
benessere, dalla escalation sociale all'idolatria dell'elettrodomestico.
Nel mondo infantile
dei Peanuts ritroviamo le insoddisfazioni e le contraddizioni. gli
atteggiamenti d'indecisione, l'incapacità di adattamento di una società
insicura, spietatamente autolesiva, mortificata nelle sue aspirazioni. Come
Charlie Brown, l'uomo, inserito, nel mondo alienante, ha smarrito le reali
proporzioni della vita sociale, ha reazioni psichiche incontrollate, si sente
inutile e rifiutato dal suo ambiente...
Nonostante questi
bambini siano nati e cresciuti nell'epoca della psicoanalisi, della
televisione, della cultura di massa e dell'incomunicabilità, il loro è un mondo
poetico, poiché rivela un poetico equilibrio interno. Schultz è un poeta che
riafferma la sua speranza nella bontà dell'umanità e ha fiducia che questa
speranza non vada perduta del tutto “.
Da G. STRAZZULLA - Fumetti di ieri e di oggi.
In effetti proprio come nel “microcosmo infantile” (solo
apparentemente) di Peanuts cosi anche
nella mia esperienza quotidiana a contatto con bambini, mamme, genitori e non,
vedo sempre di più come proprio i più piccoli hanno la meglio sugli adulti,
spesso sono proprio loro che riescono a svelare quella poeticità di cui parla Strazzulla, svelando in maniera
chiara e naturale le oscurità di genitori e adulti in generale.
Perché? Perché i bambini, inutile negarlo, capiscono, amano,
riflettono, osservano, giudicano, criticano, giocano molto meglio di noi
adulti.
Questo blog sarà il luogo in cui loro per primi avranno la
possibilità (ma la possibilità fidatevi è per noi adulti, la possibilità unica
e magica di ascoltarli!) di mostrarci un altro modo, diverso e sicuramente più poetico ed interessante, di vivere.
Come Schulz anche io nutro la speranza in una nascosta ma
esistente bontà umana , laddove per bontà non intendo quel buonismo
inutile e superficiale, bensì qualcosa di estremamente VERO, VIVO, ATTIVO.
Credo inoltre che il progresso, la televisione, internet non siano nulla di
così mostruoso, anzi hanno reso possibile (e continuano a farlo) il progresso
stesso. Mostruoso è aver perso un’umanità viva e creativa che tutti noi abbiamo, da piccoli, e che perdiamo crescendo.
Forse forse la chiave di tutto è proprio essere VIVI. ViVi e Creativi.
La sintesi tra incertezze , contraddizioni, insoddisfazioni,
mortificazioni da una parte e poesia
(ma anche ironia, volontà, speranzosa CREATIVITA’) dall’altra, la faranno i nostri pargoletti (dico nostri
perché i bambini sono realmente di tutti!).
Lavorando con i bambini e cercando di far emergere da loro
ogni giorno la vera natura che li anima (vedi significato di “e-ducare”) ho
sempre davanti a me il pensiero che quel piccolo batuffolo di tenerezza a volte
simpatico, altre capriccioso, a volte sagace e divertente, altre insofferente e
difficile sarà in brevissimo tempo un adulto a volte simpatico, altre
capriccioso, a volte sagace e divertente, altre insofferente e difficile con
cui dovremo rapportarci, con la piccola differenza che si tollera e si
giustifica un bambino insofferente e capriccioso, ma un adulto così ( e quanti
ce ne sono?!) lo detestiamo. Finiamo cosi con il detestare buona parte della
popolazione.
In sintesi ogni volta che facciamo qualcosa per o con un
bambino (magari non il nostro necessariamente) sappiate che anche la più
piccola cosa andrà a vantaggio o svantaggio della sua-nostra vita futura…….e non
lamentiamoci se poi vediamo in giro tanta schifezza!
Questo è a grandi linee ciò che vedrete e
sentirete….seguiteci!
Parlo al plurale perché non sarò sola…
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